Le nostre attività produttive tengono conto della salubrità dei suoli, delle acque e dei prodotti agricoli offrendo al contempo bassissimo impatto in termini di cambiamenti climatici e danno ambientale.
E’ questa l’agroecologia: un sapere scientifico che emerge dalla migliore tradizione contadina di tutti i sud del mondo ridefinita in chiave moderna e comunitaria.
Abbiamo scelto, perciò, di favorire la biodiversità poiché la monocoltura, basata sull’uniformità genetica, non è sostenibile né economicamente, né ecologicamente.
E’ estremamente vulnerabile in termini di resa perché soggetta a
problematiche di tipo fito-sanitario per controllare le quali vengono impiegati quantitativi sempre maggiori di fitofarmaci con un intollerabile aggravio di costi in termini ambientali e di salute.
Coltiviamo solo ed esclusivamente secondo il criterio della stagionalità, prassi necessaria al fine di non utilizzare agro-farmaci che forzino le colture, garantire le proprietà organolettiche dei prodotti agricoli e abbassare l’impatto ambientale.
Utilizziamo tecniche di lavorazione del terreno e pratiche colturali volte a
mantenere o ad aumentare il contenuto di materia organica del suolo, ad accrescerne la stabilità e la sua biodiversità, nonché a prevenirne la compattazione e l’erosione determinate da pratiche agricole a base di fertilizzazione chimica e di agro-farmaci di sintesi.
Teniamo molto all’equilibrio delle comunità di insetti fitofagi (cioè degli insetti che si cibano di piante) e abbiamo bandito il loro sterminio poiché tutto contribuisce alla biodiversità.
Lo raggiungiamo mediante la diversificazione della vegetazione dentro e intorno i campi coltivati gestendo epoca d’impianto, dimensione dei campi, la lavorazione dei terreni e la composizione specifica dei loro margini (erbe spontanee), adottando le consociazioni tra specie diverse e controllando la densità delle colture: sono tutte scelte che aiutano nel contrasto dolce agli insetti dannosi e ad aumentare l’ingresso di quelli utili.
Riproduciamo tutte le volte che ci è possibile i nostri semi perché il miglioramento genetico delle colture non dovrebbe essere appannaggio delle multinazionali (OGM, NBT), ma il rinnovarsi del compito più antico e sapiente dei contadini, una vera arte che va protetta come patrimonio dell’umanità.
Lavoriamo anche su apiari diffusi che rinvigoriscano la popolazione locale delle vere detentrici della biodiversità: le api, amiche e dee della natura nel suo meraviglioso dispiegarsi.